L’importanza dei gruppi di Facebook e come usarli al meglio
Internet è da sempre un centro di aggregazione. Un luogo virtuale dove le persone si riuniscono per parlare e discutere di calcio, politica, giochi e gattini. Insomma, per socializzare è lo strumento perfetto. Come in ogni società, però, nel corso del tempo questo mondo ha subito trasformazioni.
Anno 0: i newsgroup Usenet
Chi si ricorda Usenet? Anni ‘80 circa. Si accedeva, si guardava, si caricava un topic o una risposta. Sì, caricare, aspettare... non in real time, perché i server si aggiornavano ogni x minuti. L’attesa, parola ormai sconosciuta mentre ai tempi era la normalità. Non c’erano moderatori, nessuna possibilità di allegare file. Solo testo. Tanto testo, righe e righe di discussione, un’infinità di caratteri. Il focus principale? L’argomento. Importante era parlare, nel bene o nel male, perché alla fine si era anonimi e non si correvano rischi quando il proprio parere non era quello di un altro.
Anno 2000: il web si riempie di forum
Siamo a cavallo degli anni 2000 e spuntano nel web i primi forum. Sulle varie piattaforme ad hoc o nel proprio sito web. Non hai un forum?! Non sei al passo del web! Ma anche: “Non sei iscritto a nessun forum? Veramente?!”. Cambia innanzitutto l’approccio rispetto a Usenet: è richiesta la registrazione al sito, che al tempo stesso ha un proprietario ben definito. Nasce una nuova figura: il moderatore, con il compito di controllare le risposte, le discussioni create e di curare la community. È con i forum che l’ego assume maggiore importanza: si viene identificati con il nickname e ogni risposta è associata a una persona.
Anno 2014: i gruppi su Facebook
L’ultimo step di questo lungo viaggio sono i gruppi di Facebook. Facilitati dall’appoggiarsi alla piattaforma più conosciuta al mondo, questi evitano all’utente infinite registrazioni su siti diversi con molteplici nome utente e password (ricordati di segnare questi dati, sempre!). I gruppi sono dei forum e degli usenet 3.0, in cui l’ego raggiunge l’importanza del topic. Il secondo aspetto non prevale più sul primo ma entrambi hanno uno stesso peso sulla bilancia: all’interno di una community che si sviluppa attorno ad un tema la persona non è schiacciata dall’argomento ma ha la possibilità di emergere e mostrare quante cose sa su quel determinata oggetto. E ciò alla gente piace, perché le stimola ad essere attive, ad informarsi, a discuterne.
Ma ad oggi i gruppi non sono così valorizzati. Eppure, se cerchiamo su Google, dai risultati di ricerca emergono 200.000.000 di gruppi e 1 miliardo di utenti iscritti almeno ad un gruppo.
Alcuni consigli per migliorare il tuo gruppo
Alessandro Grazioli, speaker al Social Media Strategies 2019, sostiene che i gruppi siano un grande vantaggio per l’azienda. Ecco alcuni spunti per gestirli al meglio sfruttando così al massimo le potenzialità di questa funzione:
- si possono nominare come admin e mod le persone che più sono attive (identificando i top fan)
- sincerità e trasparenza: mentire non porta a nulla, c’è il rischio di essere scoperti
- accettare i consigli e le critiche: è dal gruppo stesso che arriveranno i suggerimenti migliori e le opinioni più fastidiose
- se il gruppo è legato ad un brand specifico, questo deve passare in secondo piano e non parlare solo ed esclusivamente di quello
- osservare gli insight per comprenderne l’andamento
- collega il gruppo alla tua pagina: chi metterà mi piace potrà iscriversi e chi entra nel gruppo scoprirà la pagina correlata
Ricorda infine che i gruppi di Facebook vanno considerati e trattati come tali, non fanno parte di un funnel di vendita. Devono avere contenuti di valore e fidelizzare. Niente spam e troppi off-topic!
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